Eccomi qua.
In procinto di cambiare lavoro e trasferirmi (di trasferirmi dato che cambio lavoro).
Che dire, i mesi passati sono stati abbastanza infernali....stressanti...e poveri di cose positive.
Il posto di lavoro e` diventato sempre piu` invivibile a causa di colleghi e superiori che definire merde e` poco.....e il lavoro stesso ha cominciato solo a pesare, probabilmente perche` mi e` stato fatto fare di tuto, anche cose che esulavano da quello che si supponeva io dovessi fare all`interno della ditta.
Motivo per il quale ho iniziato a cercare un nuovo lavoro e dopo vari colloqui, alcuni dei quali fallimentari, ho accettato il posto che mi e` stato offerto.
La paga sara` piu` bassa e l`affitto sara` piu` alto....ma almeno sulla carta il lavoro in se` e la gente che mi stara` attorno dovrebbero essere molto migliori di quelli di ora.
Mi trasferiro` ad Osaka, dove ho sempre voluto andare (nella prefettura di Osaka ma in uno dei comuni limitrofi, per essere precisa).
Ovviamente c`e` l`incertezza di un lavoro nuovo, colleghi nuovi, citta` nuova.....senza contare che tutti i soldi messi da parte fino ad ora spariranno come per magia fra trasloco, contratto della nuova casa, piccolo viaggio di ritorno a casa e spese varie.
Oltre a queste cose, comprensibili, c`e` l`ansia del futuro e di un nuovo possibile fallimento.
Chi legge il mio blog dall`inizio o da un po` si sara` accorto di certo del graduale cambiamento di tono. Che la felicita` e l`emozione iniziali sono pian piano svanite e hanno lasciato il posto ad amarezza, solitudine, insoddisfazione.
A dirla tutta, pensavo che se fossi riuscita a realizzare il mio sogno, vivere in Giappone, molte cose sarebbero cambiate per il meglio. Oltre naturalmente a raggiungere il mio obiettivo, un sogno che mi faceva sentire sopra alle nuvole anche al solo pensiero, pensavo che vivendo qui avrei lavorato, messo da parte dei soldi, che sarei dimagrita e che avrei avuto vari amici grazie al fatto di sapere la lingua e di avere studiato la culura di questo paese, che sul posto di lavoro o grazie agli amici avrei trovato un ragazzo, che mi sarei divertita molto mentre crescevo come persona....
Purtroppo non e` andata cosi`. Non credo che tutta la colpa sia da attribuire a questo paese o alla sua gente (una parte si`). Credo soprattutto di avere costruito/scelto il sogno sbagliato. Vivere in Giappone. Tanti erano e sono i problemi piu` essenziali e piu` profondi nella mia vita, rispetto al poter o non poter vivere in questo paese.
Ho realizzato un sogno (senza nemmeno troppa fatica) ma questo non mi ha portato felicita` ne` particolari miglioramenti, se non il fatto di non pesare sulla famiglia a casa.
Non sono riuscita a mettere soldi da parte dato che partivo da zero ed ero sempre "in arretrato": ogni volta che mettevo da parte qualcosa, se ne andava per il bisogno seguente. Non mi sono mai o quasi mai sentita soddisfatta sul lavoro. Non sono riuscita a farmi quasi nessun amico (anzi, alcuni li ho persi...ma probabilmente perche` non erano amici veri). Sono quasi due anni che non ho un ragazzo e sto sviluppando una specie di fobia per i rapporti con l`altro sesso. Sono sempre psicologicamente instabile, sul bordo della depressione e del disordine alimentare. Mi sento costantemente sola. Il grumo che ho dentro, quella specie di buco nero che mi porta ad ingoiare di tutto e di piu` fino a stare male e ad ingrasare a dismisura, portandomi ad odiare me stessa sempre piu`, non si e` chiuso nemmeo un po`. Non e` cambiato. Non e` migliorato. E non ho praticamente nessun supporto psicologico, ne` qui ne` altrove.
Motivo per il quale non torno in Italia. Non ci sarebbe niente di diverso. Niente amici, niente fidanzato, stessa quasi-depressione. Probabilmente pero` non avrei nemmeno un lavoro e dovrei pesare sulla mia gia` disastrata e disfunzionale famiglia. Tanto vale allora stare qui....perche` in fondo avere l`indipendenza economica un po` mi gratifica, e vivere da sola mi piace, anche se non mi piace la solitudine.
In tutto questo, un ennesimo cambio...di lavoro, di abitazione....e spero di vita. Dicono che la terza volta sia quella buona di solito, quindi seguiamo questo lumicino e vediamo dove porta.